Divorzio con Tutino un fallimento per tutti. Mercato in entrata ora ancora più necessario, ma non "sull'onda emotiva di Bari": che la rosa sia incompleta lo ripetiamo da mesi...
Dopo il capolavoro compiuto a Salerno, due estati fa, il Parma pensa a Gennaro Tutino come uno dei giocatori su cui costruire le proprie fortune. E punta su di lui con decisione, come dimostrano i 5,5 milioni di euro versati nelle casse del Napoli per accaparrarselo. Poi, però, per svariati motivi, le cose non vanno come previsto, con l'attaccante che non solo non riesce a ripetere le prodezze sfoderate in maglia granata, ma finisce pian piano sempre più ai margini del progetto gialloblù, diventando riserva - seppur di lusso - della squadra ducale. 7 reti e 2 assist in 45 presenze: è questo il misero score in terra emiliana del classe 1996 napoletano, che in maglia crociata si è fatto apprezzare soprattutto per l'impegno messo in ogni partita, ma non di certo per il rendimento offerto. Il suo addio al Parma è un fallimento per tutti: per il ragazzo in primis, che non è riuscito a incidere in una piazza prestigiosa dove, almeno in linea teorica, avrebbe potuto compiere il definitivo salto di qualità; ma ovviamente anche per la società gialloblù, che non ha saputo valorizzare appieno il ragazzo (spesso schierato fuori ruolo), e ora si ritrova orfana dell'attaccante della rosa che meglio conosceva il campionato cadetto.
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Sostituire Tutino, mi sembra il minimo che il club possa fare. E in questo senso, Zanimacchia, fedelissimo di Pecchia, sarebbe un ottimo rinforzo, anche se - in tutta onestà - non so quanta voglia abbia il ragazzo di lasciare la Serie A per il Parma. Sostituto di Tutino a parte, però, questa rosa ha assoluto bisogno di ulteriori innesti. E non lo dico "sull'onda emotiva di sabato", tanto per usare le parole pronunciate nel post Bari dal direttore Pederzoli: questo è un pensiero che io e diversi miei colleghi esprimiamo da tempo, e francamente non capisco perché la società si ostini a viaggiare in direzione contraria. Che Inglese, Charpentier, Man, Mihaila e Camara (giusto per fare qualche nome) fossero fragili fisicamente lo si sapeva già, e in questi casi non si può parlare di sfortuna quando si verificano infortuni tutti nello stesso reparto. Che manchi un finalizzatore in grado di capitalizzare la mole di gioco prodotta la squadra, credo sia chiaro a tutti. E anche in questo caso, non so proprio come club e dirigenza possano ignorare il problema. Si vogliono valorizzare i giovani? Benissimo, sono d'accordo. Ma, a volte, affidare troppe responsabilità a ragazzi di 18-19-20 anni, può produrre l'effetto contrario.
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