Un punto d'oro nel segno della continuità. Ora Chivu ha le sue certezze per la salvezza

14.04.2025 00:00 di  Simone Brianti   vedi letture
© foto di Federico De Luca
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© foto di Federico De Luca 2025

Il viaggio verso la salvezza è ancora lungo e tortuoso ma, con Cristian Chivu in panchina, il Parma ha intrapreso un percorso positivo. Sei giornate al termine e quattro punti di vantaggio (in attesa della gara dell'Empoli a Napoli) sul terzultimo posto. Il rammarico nella stagione dei Ducali c'è, soprattutto sui tanti punti persi per strada in cui è mancata attenzione e concretezza. Recriminare sul passato non può e non deve far parte del modo di pensare di una squadra che vuole a tutti i costi tenersi stretta la Serie A e portare avanti, nella continuità, il suo progetto di crescita e di giovani. Sì, proprio la continuità la stessa che il tecnico rumeno è riuscito a trovare dal suo arrivo in gialloblù.

Dall'esordio vincente col Bologna fino ai cinque pareggi consecutivi, gli ultimi due d'oro con Inter e Fiorentina, a ribadire quanto il detto rumeno recitato post Monza dall'allenatore (il cavallo corre ma il latte lo dà la mucca) sia sempre più confermato nella pratica. Se la gara del Franchi non è stata bellissima sotto il punto di vista tecnico e delle occasioni, complice anche la pioggia battente ad appesantire il campo, c'è sicuramente da portarsi a casa il risultato. Un altro mattoncino per raggiungere l'obiettivo, muovere la classifica e "portare morale", come ha ben sottolineato capitan Delprato al termine del match.

Nonostante un calendario proibitivo, almeno sulla carta, il gruppo ha dato prova di essere vivo e di combattere fino alla fine su tutti i palloni con grande garra. Decisi e compatti. Chivu ha portato proprio questi due aspetti alla base del suo lavoro. Il giusto atteggiamento, a Firenze già dal primo tempo - un altro segnale incoraggiante -, e la concentrazione in fase difensiva da parte di tutta la squadra. Il cambio modulo, già visto con l'Inter, e il passaggio al 3-5-2, con l'unica novità delle due punte (Bonny e Pellegrino) dall'inizio, ha dato ulteriore conferma di come l'allenatore rumeno stia lavorando sempre più in questa direzione basandosi anche sulle qualità dell'avversario. Questa la prima vera differenza rispetto al passato in cui Pecchia ha dimostrato di essere più monocorde e meno incline al cambiamento.

Le certezze per Chivu, però, non sono soltanto nei risultati, il quinto pareggio consecutivo è una grande iniezione di fiducia e il Parma se lo mette in tasca ben volentieri, ma anche nei giocatori in campo. Pochi cambi nell'undici titolare (se non quello forzato di Almqvist squalificato) e dare continuità a chi gli sta dando di più: Keita o Valenti per esempio. I due giocatori sono quelli più cresciuti nell'ultimo periodo. Il centrocampista è riuscito a scrollarsi di dosso le difficoltà iniziali e, al netto di qualche imprecisione, si sta dimostrando un giocatore prezioso nella fase difensiva poiché è in grado di interdire la manovra avversaria con intelligenza tattica e interventi puliti. Lo stesso dicasi per l'argentino, i fischi al Tardini sono un lontano ricordo, e ora il Toro è sempre più imprescindibile, messo anche a suo agio nel nuovo modo di giocare, meno arrembante, della squadra. È comunque un Parma in crescita a cui manca un pizzico di "coraggio", lo ha rimarcato anche Chivu in conferenza, oltre che di concretezza sotto porta come l'occasione sciupata da Bernabé di testa a pochi passi da De Gea. Il sentiero è tracciato e ora è tempo di pensare già alla prossima... la Juventus al Tardini.